domenica, ottobre 22, 2006

I nativi Amerindi

La questione Amerindia

Nel 1992 il Brasile ha ottenuto un finanziamento di duecentonovanta milioni di dollari per garantire la protezione della foresta Amazzonica e delle popolazioni Indiane. In teoria i diritti sulle terre che gli Indiani abitano sono sempre stati riconosciuti dal governo Brasiliano, almeno sulla carta. Nella realtà il massacro delle popolazioni amerindie ha sempre goduto di una certa protezione da parte del governo nella difesa dei proventi economici provenienti dalla terra, dalle miniere e dal disboscamento.

La recente approvazione (1996) di un decreto di legge che limita i diritti degli Indiani sulle proprie terre (in realtà essi godono semplicemente di un usufrutto concesso dal Governo Federale, proprietario unico di tutto il territorio dell'Amazzonia) ha provocato l'invasione dell'80% delle 276 aree protette del paese. Una delle zone più a rischio è anche quella più isolata, la terra degli Yanomami. Distribuiti su una estesa area della foresta ricca di risorse minerarie, al confine con il Venezuela, gli Yanomami hanno conservato più di altre popolazioni indigene la loro cultura tradizionale. Parte di questa popolazione è stata eliminata dai cercatori d'oro e dai corpi militari del governo che hanno sempre giustificato i massacri con la "questione della sovranità nazionale". Il pericolo maggiore è la lo spettro del nazionalismo "militare" che si inasprisce quando la pressione dei gruppi ambientalisti internazionali o le "interferenze" di Amnesty International non possono essere più controllate dal governo brasiliano (come negli anni della presidenza di Jose Sarney, dal 1985 al 1989). L'urgenza di una soluzione per la questione Indiana va di pari passo con la crescente integrazione del Brasile nell'economia mondiale: gli investimenti stranieri e interni non possono che incrementare la necessità dell'espansione di alcune attività molto redditizie che vengono dalla foresta.

Sarebbero i veri abitanti di riditto e invece sono considerati come un fastidio per la popolazione che vi si è insediata, un fastidio che in un modo o nell'altro va eliminato e purtroppo credo che se non è oggi comunque queste popolazioni vedranno presto la loro fine perchè, nel nostro mondo, chi non rende non vale.
Questa è quella che io chiamo la patologia del denaro.

Leggere notizie sulle situazioni di vita di nostri contemporanei ci fa riflettere sulla natura umana immutata dalle origini ad oggi....simlav.

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