venerdì, maggio 18, 2007

Infiniti risvegli. (secondo me)

Tutte le religioni, in un modo o nell'altro, credono in una continuità , un'infinità della parte più profonda di noi stessi, quella che comunemente chiamiamo "anima".

Potremo quasi dire che è proprio su questo che si basano tutte le credenze umane, sentiamo tutti infatti questo bisogno di rimanere ancorati ad una realtà che per quanto ci sia incomprensibile non accetiamo di ristaccarcene.

Se la religione cristiana vede il processo come un viaggio che passa dalla vita terrena a quella dei cieli (con una capatina nel fuoco purificante se necessario), altre religioni e filosofie orientali credono in un continuo ritorno alla vita terrena attraverso corpi differenti.
Questo ritorno può essere una scelta volontaria o divina e a seconda della credenza si può tornare sotto sembianze umane opppure in una qualunque delle diecimila creature (e anche qui ci sono differenze tra le diverse professioni di fede).

Tanto per cambiare non sono d'accordo con nessuna di esse.
In realta credo che, come avviene per tutte le credenze, il principio sia rivelato e quindi giusto ma che poi sia stato travisato, più o meno volontariamente a seconda delle necessità di ogni cultura.

Io credo che gli infiniti risvegli (in omaggio all'omonimo libro), indichino l'esistenza di tutti gli esseri viventi, la continuità della specie.
  • scusate le ripetizioni del "noi" nelle frasi seguenti ma sono necessarie per sviluppare il discorso, spero non rendano ostica la comprensione.
Credo che i 3 aspetti che ci compongono (corpo fisico, razionale, emozionale) appartengano solo a noi (e per noi intendo il noi che stiamo vivendo).
Noi tuttavia non apparteniamo a noi stessi, ma siamo uno degli infiniti (questo è da vedere se proseguiamo su questa strada) risvegli della nostra specie.
in questa chiave credo si possano spiegare tutte le differenti credenze del mondo:
  • Cominciamo dal Cristianesimo che è quello che possiamo meglio comprendere premettendo che la paura di andare all'inferno è stato (e forse anche oggi lo è) un ottimo deterrente e la speranza del paradiso un' ottimo incentivo. Oltre a questo ruolo principale possiamo però inserirci il legame con la continuità dell' "anima" visto che il nostro comportamento da vivi si ripercuote su tutte le altre persone presenti o future. Per fare un esempio banale ma concreto; se un uomo compie un omicidio le persone che erano vicine alla vittima vivranno davvero "un inferno" cosi come, quelle che si impegnano per aiutare gli altri, proveranno una realizzazione tale da raggiungere una serenità "paradisiaca" che trasmetteranno anche a coloro che aiutano. Questo perchè noi non apparteniamo a noi stessi ma siamo solo una delle infinite vite presenti, da sommare a quelle passate per dare alla luce quelle future. Quindi paradiso e inferno sono più vicini di quanto pensiamo ma esistono, comè esiste una vita dopo la morte, soltanto che non la vivremo noi, almeno non col noi che intendiamo di solito.
  • Parliamo ora della reincarnazione su cui si basano per esempio l'Induismo e il Buddhismo ma se ne parla anche nella Bibbia. Alcune dottrine credono che la vita sia una punizione che dobbiamo superare per liberare l'anima. Anchè questa visione è un ottimo incentivo ad impegnarsi al massimo per ottenere la libertà dell'anima. Io mi stupisco che in tutte queste culture cosi diverse si voglia in primis la propria salvezza personale e la si vuole cosi tanto da prolungare la nostra esistenza oltre l'esistenza stessa. Io vedo anche la reincarnazione spiegabile dal punto di vista della continuità della vita (non dell'anima); infatti noi ci "reincarniamo" in ciò che produciamo, mettiamo le basi, più o meno positive, per la vita futura, la creiamo fisicamente ed essa è influenzata inevitablmente dalla nostra vita. Gli altri siamo noi (diceva Tozzi) e noi siamo e saremo gli altri (dico io), senza bisogno di viaggi mistici, prigioni o purghe varie.
  • In certi casi per reincarnazione di intende la rinascita in un altro essere vivente più o meno evoluto a seconda della nostra vita precedente oppure in quello più indifeso che abbiamo ucciso. Anche questa teoria si basa su un sacrosanto principio visto che ogni essere che uccidiamo cede il suo spazio a noi (e per noi qui intendo tutti) che continuiamo a vivere, ancora di più se ci nutriamo di quell' essere perchè in questo caso la vita, sotto forma di energia, passa a noi che quindi viviamo di essa. Ma questo è un processo naturale e necessario visto che ogni vita viene e si mantiene tale solo grazie ad un numero di morti estremamente superiore, basta pensare agli spermatozoi oppure a quante vite (intendo esseri viventi) dobbiamo togliere per nutrirne una sola nel corso della sua esistenza.
  • Per quanto riguarda la Metempsicosi, credenza sviluppata gia da Platone e la sua scuola, per la quale la vita non è una punizione ma solo una degli infiniti viaggi che l'anima decide di vivere consapevolmente, io credo che sia una variante meno incentivante della reincarnazione ma più accattivante anche per il suo riscontro scientifico (studio di Jim B. Tucker, Virginia University, 2006) del "life before life" che accerta in alcuni bambini il ricordo di vite passate. Sinceramente credo che, visto che noi siamo la continuazione di chi è gia stato, manteniamo all'interno di noi una memoria di specie, non sviluppata come in altri animali (volutamente, mi verrebbe quasi di pensare), ma che comunque conserva il cammino svolto fin'ora. Con questo non dico che sforzandoci potremmo ricordarci cose che non abbiamo vissuto ma, essendo dentro di noi anche concretamente, nel corpo, non è improbabile pensare che questo patrimonio possa manifestarsi sotto forma di ricordi (dei quali non sono molto convinto).
Ci sono anche atri tipi di credenze in questo campo ma sono cosi lontane dalla nostra cultura da non riuscire a capirne realmente il messaggio.

Credo si sia capito che la mia visione della vita non rimanda niente a dopo, o meglio, tutto rimanda al dopo ma non ad un dopo in cui ci siamo noi anche se noi continuiamo ad esserci all'infinito.
Per questo dobbiamo fare in modo che questo dopo sia il più prossimo possibile al paradiso, facciamolo se non altro per noi...

...spero tanto che questa ultima parte sia comprendibile... :D

PS. Ci tengo a precisare che con quello che scrivo non intendo in nessun modo convincere nessuno nè tanto meno offendere le altre credenze di cui parlo, mi limito solamente a dire la mia; se ci fossero persone che la pensano come me mi fa piacere ma se invece ce ne fossero di contrarie mi interessa ancora di più perchè quello che chiedo con questo blog (e nella vita in generale) è principalmente confrontarmi, grazie.



Simlav.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Niente male come blog :)
Belle queste foto.

Passando al vero commento:
Diciamo che nella vita bisogna credere in ciò che più ci fa stare bene. Come? Basandoci sull'istinto. Se facciamo una cosa contro voglia ce ne accorgiamo subito, perchè chi meglio di noi può conoscerci?

Quindi...
Niente male la spiegazione delle dottrine etc.. :)

Ciao ;)

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